CARAVAGGIO È SANTUARIO REGIONALE DELLA LOMBARDIA

L’ufficializzazione il 26 maggio nell’anniversario dell’Apparizione con la celebrazione delle 10.30 presieduta dall’arcivescovo Delpini insieme a tutti i vescovi delle Diocesi di Lombardia

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Il Santuario di Santa Maria del Fonte, a Caravaggio (Bg), da sempre meta di pellegrinaggi di tutto il nord Italia (e non solo), ha un legame particolare con le Diocesi di Lombardia. Lo ha testimoniato chiaramente il significato assunto da questo luogo mariano della Diocesi di Cremona nel difficile periodo della pandemia. Ma lo evidenzia anche il fatto che proprio questo santuario sia stato scelto da molti anni come sede per le riunioni della Conferenza Episcopale Lombarda. Per questo si è deciso di riconoscerlo a tutti gli effetti come “Santuario regionale della Lombardia”.

L’ufficializzazione avvenuta il 26 maggio, nella solennità di Santa Maria del Fonte, patrona della Diocesi di Cremona, in occasione nel 591° anniversario dell’Apparizione della Vergine a Giannetta. A presiedere la solenne Messa pontificale delle 10.30 in basilica è stato l’arcivescovo di Milano e metropolita di Lombardia, mons. Mario Delpini, insieme al vescovo di Cremona, mons. Antonio Napolioni, e agli altri Vescovi delle Diocesi lombarde. La celebrazione segnata anche dalla presenza di una rappresentanza istituzionale di Regione Lombardia insieme a quella del territorio di Caravaggio.

«La nostra terra devota – afferma l’arcivescovo Mario Delpini – venera e prega Maria in ogni luogo, sui monti e nei boschi, nelle città e nei paesini. Il santuario di Caravaggio è il santuario facile da raggiungere, è facile trovare il parcheggio, si cammina in piano e anche se piove si può stare al riparo. È il santuario che non impone faticose salite o percorsi accidentati. È il santuario della povera gente che, come la giovane Giannetta, ha già il peso della vita da portare e forse non sopporterebbe che anche la devozione imponga pesi e sacrifici. La povera gente vorrebbe piuttosto trovare presso Maria, la Madre di Gesù e la Madre di tutti, un luogo per riposare, per piangere ed essere consolata». E aggiunge: «Lo riconosciamo santuario regionale perché sia per tutti un invito a trovare sollievo nella preghiera. Si trova, per così dire, al centro della Lombardia, dove si incrociano tre province e tre diocesi e i Vescovi della Conferenza Episcopale Lombarda si trovano abitualmente a Caravaggio, ospiti della casa di spiritualità, per le loro riunioni. Ci sono buone ragioni per questo riconoscimento. E c’è anche la speranza che il territorio che lo circonda continui ad essere ospitale, distensivo, non assediato da un traffico eccessivo, accogliente e cordiale per tutti».

«Nei suoi quasi seicento anni di vita – ricorda il vescovo di Cremona Antonio Napolioni – il santuario di Caravaggio si è guadagnato un affetto enorme da parte delle comunità di tutta la regione e dei loro vescovi. Pensiamo a momenti straordinari di festa di popolo come le visita di Papa Giovanni Paolo II o le celebrazioni presiedute dall’allora arcivescovo Montini. Anche noi, con la nostra generazione, non vogliamo venire meno a questa radicata gratitudine per Maria che qui ha portato una carezza di Dio alle nostre comunità». E continua: «La Chiesa di Cremona è fiera di questo progetto e, umilmente, si mette a servizio perché la comunione tra le Chiese lombarde possa crescere ancora. Mi auguro che a Caravaggio tutti si sentano sempre più “di casa” nella preghiera, nella ricerca di Dio e nella grazia del perdono: davvero il Santuario sia – come tutta la Chiesa del nostro tempo – un ospedale da campo accessibile a tutti».

A ricordare la dedicazione di S. Maria del Fonte come santuario regionale è la scritta incisa sull’obelisco e che d’ora in poi accoglie i pellegrini all’ingresso principale.

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