Memoria dell’Apparizione: alla scuola di Maria che ci guida in unità e silenzio

Il vescovo Napolioni: «Un'esperienza di popolo, radunato nel nome del Padre, del Figlio, dello Spirito e di Maria, la cui tenerezza conduce alle porte di Dio»

Era il 26 maggio 1432 quando la Vergine Maria apparve alla giovane Giannetta. Una storia raccontata, come da tradizione, nel pomeriggio del 26 maggio, nella gremita Basilica del Santuario di Santa Maria del Fonte, qui a Caravaggio. La Memoria dell’Apparizione, celebrata nel giorno del 592° anniversario, è stata presieduta dal vescovo di Cremona, Antonio Napolioni. Da lì il silenzio, fino alle 17, ora esatta dell’apparizione, annunciata dalle note dell’organo e dal solenne suono delle campane, che hanno accompagnato il rito dell’aspersione dei fedeli. Poi il canto del Vespro.

La chiamata all’unità è stato il fulcro dell’omelia del vescovo. «Un’esperienza reale per tutti noi – ha spiegato –. Un’esperienza di popolo, radunato nel nome del Padre, del Figlio, dello Spirito e di Maria, la cui tenerezza di madre attira, facilita, conduce a bussare alle porte di Dio, non solo per esprimere le nostre preghiere ma per scoprire che nel cuore di Dio c’è la sorgente dell’unità, che siamo una cosa sola ai suoi occhi, siamo Suo figlio». E ha aggiunto: «Maria apparve a Giannetta e continua nei secoli ad attirare anche noi a questo mistero di unità».

Nell’omelia una riflessione anche sul silenzio, che da sempre caratterizza la celebrazione della Memoria dell’Apparizione. «Nel silenzio non sapevo se pregare a occhi chiusi o a occhi aperti – ha confidato mons. Napolioni –. Si tenta di rientrare in se stessi, si chiudono  gli occhi, ci si tuffa nel mistero, nella Parola ascoltata. Ma è bellissimo e necessario riaprire gli occhi e e vedere voi, il popolo, anche se non vi conosco uno a uno». Uno sguardo al futuro, come quello che dal Santuario si è irradiato attraverso le iniziative per la Giornata mondiale dei Bambini, «con una speranza che nessuno di noi può darsi da sé e che viene da Maria e dal Signore, instancabili nel donare speranza e fiducia agli uomini». Ha quindi concluso: «Sia questa l’esperienza che continua oggi, nei giorni che verranno e sempre, nel Santuario, nelle case e nelle nostre vite: l’esperienza dell’unità».

Al termine dei Secondi Vespri, il canto del Magnificat e l’incensazione della statua della Madonna che appare a Giannetta. Il Padre Nostro e la benedizione finale hanno quindi siglato la conclusione della celebrazione della Memoria dell’Apparizione che è proseguita con la presenza e la preghiera incessante dei pellegrini.

Fino a sera, quando la processione aux flambeaux ha chiuso le celebrazioni di questo 26 maggio in un Santuario suggestivo illuminato da circa 300 lanterne accese lungo i portici e sulla cupola del Santuario.

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Fonte: Teleradio Cremona