Lo scudo blu al Santuario per la protezione del bene culturale

Inaugurato il 9 settembre il simbolo individuato dalla convenzione de L’Aja del 1954 per la protezione dei beni culturali nei conflitti armati

Per la sua storia e per essere ancora oggi punto di riferimento per la comunità locale e di interesse per i milioni di visitatori e pellegrini che arrivano da tutto il mondo ogni anno, il Santuario di Santa Maria del Fonte è stato identificato come luogo meritevole dell’apposizione di Scudo Blu. L’emblema internazionale è indicato dalla Convenzione dell’Aja del 1954 che prevede che gli Stati si adoperino anche in tempo di pace per la protezione dei beni culturali dai rischi dei conflitti armati.

La convenzione internazionale si basa sull’idea che il patrimonio culturale appartiene all’umanità intera, che ogni popolo contribuisce alla cultura del mondo e che è nell’interesse di tutti assicurarne la protezione internazionale. La convenzione impone la tutela dei beni culturali in tempo di pace con tutte le misure appropriate per prevenire gli effetti di un conflitto armato e impone il rispetto dei beni culturali sia che siano collocati sul proprio territorio che sul territorio di altre nazioni.

La cerimonia di apposizione dello Scudo si è tenuta il 9 settembre, al culmine della XXIV Giornata di Studio sul Diritto Internazionale Umanitario dedicata a “La salvaguardia e la tutela del patrimonio culturale quale fattore di ricostituzione della pace”. La giornata con diversi interventi sul tema è iniziata alle ore 09.00 nell’Auditorium del Centro di Spiritualità.

L’iniziativa organizzata da Croce Rossa Italiana, che ha scelto proprio il Santuario Regionale della Lombardia come luogo per dare continuità alla proclamazione di Bergamo come una delle capitali della cultura del 2023.

La cerimonia del pomeriggio, allietata dalla note della banda musicale cittadina, ha visto la presenza delle autorità civili caravaggine, degli esponenti delle forze dell’ordine, dei rappresentanti e dei volontari della sezione di Caravaggio della Croce Rossa Italiana guidata da Carmine Musio e dei comitati di Brescia e di Bergamo.

Fra gli interventi anche quello di monsignor Amedeo Ferrari, rettore del Santuario: «Essendo diffusi in vari luoghi – ha detto – mi sembra che questi segni siano indice di collegamento in un tempo in cui non facciamo tanti sforzi per collegarci fra di noi. Le divisioni stanno rompendo tanti rapporti e questi segni vogliono dirci dell’importanza di recuperare questa intesa. Mi pare giusto che questo momento significhi che vogliamo riproporci davvero di collaborare di più fra di noi».

Per il sindaco di Caravaggio, Claudio Bolandrini, «Un gesto come quello di oggi significa in qualche modo operare in tempo di pace ad evidenziare l’importanza della cultura e dei luoghi che sono espressione di cultura e religione». «Si costruisce la pace – ha aggiunto – anche con gesti come questi, semplici ma importantissimi».

Durante la giornata sono intervenuti diversi relatori: l’avvocato Marzia Cuomo (online), Tullio Scovazzi, docente di diritto internazionale, Massimo Carcione, docente di legislazione e politiche culturali, Monica Amari, presidente del Movimento per i diritti e i doveri culturali, Manlio Frigo, docente di diritto internazionale, Claudio Sanzò, comandante del nucleo carabinieri per la tutela del patrimonio culturale di Monza, e don Gianluca Gaiardi, incaricato diocesano per i beni culturali.

Quest’ultimo ha parlato delle cause della dispersione del patrimonio culturale della chiesa (cause naturali ma soprattutto antropiche, attribuibili cioè all’azione dell’uomo, come guerre, incuria ed abbandono) per poi soffermarsi sul ruolo delle Diocesi nella tutela dei beni. «La stessa Diocesi di Cremona – ha sottolineato in un passaggio del suo intervento – si sta battendo da anni per preservare il santuario di Santa Maria del Fonte da insediamenti a carattere logistico a servizio delle vicine infrastrutture autostradali». Infine, da parte di don Gianluca un accenno al Santuario di Caravaggio, da poco proclamato “Santuario regionale della Lombardia” dai Vescovi lombardi, luogo di profonda devozione e realtà che nel 1992 ebbe il privilegio ricevere la visita ufficiale di Papa Giovanni Paolo II.

 

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