Cosa visitare

Passaggio nei luoghi più significativi del Santuario quali:

Il Sacro Fonte

Qui i pellegrini possono sostare in preghiera sul luogo dell’apparizione e segnarsi con l’acqua che tuttora scaturisce dal fonte

Sotto la Basilica si trova un sotterraneo, il Sacro Fonte, al quale si accede dall’esterno del tempio tramite una discesa che si trova a al centro del lato della Basilica verso l’Obelisco. Qui si trova una fontana dalla quale si può attingere l’acqua; qui è il luogo dove Giannetta ascoltò la Madonna e l’acqua sgorgò dal terreno.
Il sotterraneo, un grande corridoio di circa trenta metri, rivestito a mosaico dal pittore Mario Busini (1950 - 1952), appare diviso in cinque celle. Nella prima, tre nicchie ricavate dentro le pereti raccolgono una Madonna marmorea con bambino, la “ghigliottina” e il catenaccio spezzato che ricordano i miracoli più “famosi” (1520-1645).
- La Madonnina con bambino: alla base della Madonna l’epigrafe gotica che parla dell’Apparizione e costituisce uno dei più importanti documenti dell’epoca del grande avvenimento. L’epigrafe, in sei esametri latini dice: ”La terra di Caravaggio è stata recentemente resa davvero felice perché le apparve la Santissima Vergine nell’anno 1432 al tramonto del sesto giorno avanti le calende di giugno; ma Giannetta è assai più felice di ogni altra persona perché meritò di vedere la gran Madre del Signore”.

Il luogo dell'Apparizione

L'acqua del Sacro Fonte

La ghigliottina

La mannaia conservata nel sotterraneo del Sacro Fonte, testimonia un episodio accaduto nel 1520.
Un capo di briganti, tale Giovanni Domenico Mozzacagna di Tortona, venne catturato nei dintorni e condannato a morte. Affinché l’esecuzione servisse da monito a molti, si decise di fissarla per il 26 maggio, giorno in cui per la ricorrenza dell’Apparizione molta gente si sarebbe recata a Caravaggio. Durante i mesi di prigionia che precedettero la data stabilita il brigante si pentì e si convertì. Venne il giorno dell’esecuzione, ma per quanti tentativi venissero fatti, la scure si inceppava prima di arrivare al collo del condannato. La folla gridò al miracolo. Il condannato prima tornò in carcere e poi fu definitivamente liberato.

Il catenaccio spezzato

Nella seconda celletta del sotterraneo viene conservato un catenaccio spezzato che ricorda un fatto avvenuto nel 1650. Un pellegrino, imbattutosi in un nemico che lo minacciava di morte, corse al riparo verso il tempio, ma trovando la porta chiusa invocò la Madonna. Il catenaccio si spezzò e la porta si aprì per poi richiudersi in faccia al persecutore.

La ghigliottina

 

Il catenaccio spezzato

 

La Basilica

qui i pellegrini possono celebrare la Messa e il sacramento della Penitenza, nonché scendere allo speco e pregare davanti all’immagine dell’apparizione.

Sorge nella vasta piazza cinta dai portici simmetrici che corrono con 200 arcate. L’esterno della chiesa è grandioso: l’edificio è lungo 93 metri, largo 33, alto 22 senza la cupola, la quale si innalza dal suolo per 64 metri. Il Santuario, rispetto al viale, volge il fianco e non la facciata

L'interno

L’interno è a una sola navata, a croce latina, di stile classico con pilastri dai capitelli ionici. Il tempio è in un certo qual modo diviso in due corpi. Uno, quello a ponente, più vasto; qui ci sono le cappelle, quattro per lato, le cantorie e l’ingresso principale. L’altro, posteriore, ha la discesa al Sacrario.

Nella Navata posteriore, oltre agli affreschi della volta del Cavenaghi (così come quelli della navata maggiore), si possono ammirare ai lati del Portale Orientale due grandi statue lignee raffiguranti S. Pietro e S. Paolo, scolpite dal caravaggino Gianbattista Carminati verso il 1750. Alle pareti sono collocati due pregevoli dipinti raffiguranti l’Apparizione della Madonna: quello di destra è opera di Camillo Procaccini (1551 - 1629), quello di sinistra di Giovanni Stefano Danedi, detto il Montalto (1609 - 1690).

Nei lunettoni delle controfacciate il Moriggia ha affrescato “l’Annunciazione”, lo “Sposalizio della Vergine”, la “Visitazione” e la “Nascita di Cristo”

L'Altare e i transetti

Proprio sopra il sacrario e sotto la cupola, in modo da essere visto da tutti i punti del tempio, si trova l’altare maggiore, l’elemento più ricco e grandioso tra i complessi monumentali del Santuario. E’ di marmo, rotondo, con colonne che, alternate con le statue delle quattro virtù della fede, speranza, carità e umiltà, sorreggono un trono, anch’esso di marmo, che si slancia verso la cupola terminando in una gloria di angeli che portano una corona di stelle.
L’altare, progettato dall’architetto Filippo Juvarra che si ispirò agli studi per l’altare della Confessione della Basilica Vaticana, fu portato a compimento nel 1750 dall’ingegner Carlo Giuseppe Merlo di Milano.

Nelle volte del transetto il Moriggia ha dipinto le scene della “Cacciata di Adamo ed Eva”, la “Natività della Vergine”, la “Presentazione al Tempio” e “Gesù tra i dottori”.

Inoltre nel transetto Nord (lato Sagrestia) è possibile osservare una grande tavola attribuita al Bergognone (Ambrogio da Fossano, 1481 - 1522), raffigurante la Deposizione.

Il Sacro Speco

Discendendo per delle scalinate marmoree inserite nel complesso dell’altare e della piazzetta antistante delimitata da marmi e da una cancellata semicircolare si può sostare in preghiera davanti all’immagine dell’Apparizione.

Quella attualmente venerata è una scultura in legno del gardenese Giuseppe Moroder di Ortisei, collocata nel Sacro Speco nell’anno centenario 1932 in sostituzione del gruppo antico. La precedente immagine della Madonna era rivestita con preziose vesti che si cambiavano lungo l’anno.

Per il mese di Maggio di ogni anno le statue della Madonna e di Giannetta vengono spostate dal Sacro Speco al centro della Navata minore per permettere un migliore accesso e una sicurezza maggiore per il periodo di alta affluenza di pellegrini così da garantire comunque il raccoglimento a più pellegrini.

La cupola

Dalla documentazione finora nota non si conosce il nome dell’ingegnere che ne seguì la costruzione dal 1691 al 1695; la cupola viene eretta su disegno esecutivo di Giovan Battista Quadrio, architetto della fabbrica del duomo di Milano; Alessio Bolzano è l’autore delle statue in rame posta sopra la cupola, mentre del 1695 è il pagamento ai vetrai Domenico Cantini e Giovanni Bonassoli per le otto invetriate e i quattro occhi delle finestre della lanterna. La cupola verrà ricoperta in rame solo nel 1722.

Giovanni Moriggia affrescò la cupola dal 1847 al 1854. L’autore fece scalpellare le nervature presenti nella tazza della cupola per potervi dipingere senza discontinuità la apoteosi e gloria di Maria. La composizione è suddivisa in 2 registri nettamente separati da un fondo di cielo: il profilo superiore con al centro la Trinità contornata da angeli musicanti; mentre quello inferiore con Maria in trono tra Apostoli, profeti e figure dell’Antico e Nuovo Testamento. La tecnica esecutiva del dipinto è definibile sostanzialmente a fresco, per le modalità di stesura degli intonaci e degli strati pittorici. L’intonachino destinato al dipinto è stato steso “a pontate”, tornate visibili per le variazioni tonali dei fondi. Gli intonaci dipinti mostrano una giunzione circolare che divide la cupola in due settori che corrispondono esattamente ai registri in cui sono dipinte le figure. L’intero tamburo, dove si trovano anche le statue dei quattro Evangelisti, è stato invece decorato dal pittore caravaggino Luigi Cavenaghi all’inizio del ‘900.

Nei rispettivi Pennacchi si nota invece la raffigurazione di esempi femminili dell’antico testamento: Rut, Abigail, Ester e Giuditta.

Il Grand'Organo

Lo strumento è un Balbiani Vegezzi-Bossi dell'anno 1955, uno dei più grandi del Nord Italia. L'organo attuale è l'ultima di una serie di importanti modifiche e interventi avvenuti durante i secoli scorsi.

L'organo nel complesso conta più di 6100 canne, contenute in quattro corpi sonori disposti per la basilica.

  • Corpo principale sulla cantoria sud della navata maggiore, all'interno della maestosa cassa lignea dei fratelli Carminati, realizzata tra il 1739 e il 1747.
  • Corpo corale sulla cantoria nord della navata maggiore, insieme alla consolle originale.
  • Corpo in cupola.
  • Corpo corale all'interno del confessionale del transetto sud.

È stata aggiunta di recente una nuova consolle al livello dei transetti laterali, costruita dalla ditta Pietro Corna di Leffe.

La Sagrestia

È visitabile solo su prenotazione

È di notevole interesse artistico e venne realizzata nella seconda metà del Seicento e nei primi del Settecento. È  un’opera unitaria, recentemente restaurata. Sul soffitto un’Assunzione della Vergine affrescata da Giuseppe Procaccini, verso la fine del secolo (1698), con lo stesso ritmo e la stessa cromia della Certosa di Pavia. Del medesimo pittore sono anche gli Episodi evangelici e gli Apostoli affrescati tra le mensole del soffitto. Giacomo Carminati costruì i grandi armadi intagliati nei quali veniva custodito il “tesoro” del Santuario (1730), depredato poi durante la dominazione dei Francesi.
In fondo alla Sagrestia non si manchi di osservare una ricca ancona con una Deposizione di Stefano Maria Legnani, detto il Legnanino, tela proveniente dal convento dei Cappuccini di Caravaggio, che era stato soppresso

Il Crocifisso

qui i pellegrini possono essere guidati nell’esame di coscienza prima di accostarsi al sacramento della Penitenza;

Dall’inizio del diciannovesimo secolo è stato posizionato al centro del prato di Levante la grande Croce che sorregge il Crocifisso bronzeo opera dello scultore Pietro Tavani (1898-1960).

In quest’area si può respirare un senso di pace e di serenità a stretto contatto con il Signore ed è suggestiva per un momento di meditazione personale.

 

 

I portici

I pellegrini possono percorrerli in preghiera (ad es. recitando il Rosario) a simbolico richiamo del cammino a piedi ormai soppiantato dall’uso degli automezzi;

Costituiscono un suggestivo spazio coperto di complessivi 800 metri e sono come un’introduzione preparatoria all’incontro con i luoghi più sacri del Santuario.

Nel 1686 si completa il primo quadrilatero dei portici antistanti la facciata principale ad Ovest, quelli del quadrilatero ad Est vengono edificati negli anni 1727-33 e oltre. Nel 1756 si pensa al porticato verso Caravaggio.
Per il completamento di tutto il porticato ci sono voluti circa tre secoli.

 

I portici del Rosario

Sotto il triportico di Ponente, davanti alla facciata principale è stata collocata nel 1942 la Via Crucis.
Nello stesso anno, al centro del piazzaletto fu eretto un Crocifisso a ricordo del giubileo episcopale di Papa Pio XII. Il piazzale è di norma riservato alle celebrazioni all’aperto e alla benedizione degli ammalati

Nell’anno 2008 sono iniziati i lavori di restauro dei portici di ponente.
Nel triportico di Ovest sono stati posizionati nell’anno 2015 i mosaici raffiguranti i misteri del Rosario realizzati dal mosaicista Italo Peresson su disegno del prof. Trento Longaretti.  Qui ogni pellegrino può recitare il S. Rosario fermandosi ad ogni decina e contemplando il mistero

La Cappella del Centro di Spiritualità

È visitabile solo su prenotazione.

La Cappella San Giovanni Paolo II si trova al primo piano del Centro di Spiritualità del Santuari. Venne realizzata dall’artista Mario Toffetti nel 1992 in occasione della visita del Papa, ora Santo, alle diocesi di Crema, Cremona e Lodi durante la quale soggiornò proprio in Santuario.
Tutta la Cappella fornisce una sintesi simbolica e spirituale del grande mistero che si vive al Santuario: la Beata Vergine Maria che qui apparve a Giannetta e il tema dell’acqua, richiamo alla “fonte miracolosa” sgorgata dove Maria posò i suoi piedi.

All’interno della Cappella lo sguardo è attratto dalla lavorazione delle pareti che dà il senso del movimento dell’acqua e del vento che simbolicamente rappresentano la pienezza della grazia di Dio.
Sulle pareti otto sculture in bronzo raccontano alcune scene della vita di Maria: la Presentazione di Gesù al Tempio, l’Annunciazione dell’Angelo a Maria, la visita di Maria alla cugina Elisabetta, la nascita di Gesù, la fuga in Egitto, la morte in Croce, la Pentecoste e la gloria di Maria.
Nella Pentecoste, accanto a Maria riunita con i dodici Apostoli nel Cenacolo, lo Spirito scende anche su Giovanni Paolo II a cui la cappella è dedicata e a mons. Enrico Assi (Vescovo di Cremona) che l’ha commissionata.
L’Altare è un pezzo unico di marmo rosa del Portogallo e rappresenta l’apparizione di Maria a Giannetta, mentre l’ambone, in stretta connessione con il blocco marmoreo dell’Altare, rappresenta il Fonte d’Acqua sgorgato nel luogo dell’Apparizione.

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